lunedì 2 dicembre 2013

Giornata mondiale contro l'AIDS

Forse sarà superficiale onorare la giornata mondiale contro l' AIDS ricordando Freddie Mercury, senza scrivere chissà quale parolone o pensiero, è un male sociale, che uccide la persona nei rapporti umani perchè privata della socializzazione, per la paura e per la forte ignoranza chi è stato affetto da questa malattia è stato messo praticamente in disparte, isolato, tenuto lontano dal resto della società.
Perchè ricordo Freddie Mercury?
A volte i miti e le leggende di ciascuno di noi, nel nostro immaginario di fans riprendono una loro forma antropomorfa, ritornano umani ai nostri occhi.
Così la più grande voce della musica rock di tutti i tempi, ha mostrato il suo lato umano fragile, era il 23 novembre e annunciava al mondo di avere l'AIDS il 24 novembre, il giorno successivo morì.
Come si sa,i miti per molti rappresentano un esempio, mi piace pensare che Lui con quella confessione ha avvicinato molti di noi a documentarci meglio su questa terribile malattia.
La resa più vicina a noi, più popolare, nel senso che fatto si che certi tabù cadessero, la giornata mondiale contro l'AIDS esisteva già, ma Mercury ha fatto conoscere al resto del mondo di cosa si trattava, ha dato quel via a una divulgazione in larga scala, i fans per prima...il resto...!
Oggi il problema della malattia persiste,forse noi siamo stati più sensibilizzati, e forse per chi realmente soffre non c'è solo un muro davanti a se, ma trova rispetto uguale nella società.
Mi piace pensarla così.

mercoledì 27 novembre 2013

Il brindisi della Decadenza

Ogni occasione è buona per fare festa, soprattutto quando qualche testa cade dal proprio trono.
Così fu quando l'unico uomo che sconfisse due volte Berlusconi fu vittima di strani festeggiamenti per la fine del suo secondo governo.
Allora,Prodi era soprannominato dai suoi oppositori politici con il relativo proprio elettorato "Mortadella"
E quindi, per la caduta Prodi loro hanno festeggiato con "Champagne e Mortadella".(qualche onorevole in aula, altri cittadini per strada)...
Berlusconi, invece per suoi oppositori è etichettato con tanti sostantivi, ma concludendo il mio pensiero ritengo che Noi per lui dovremmo festeggiare con "Champagne e Mignotte".


martedì 26 novembre 2013

One man show

Silvio Berlusconi, indubbiamente il politico più discusso dalla sua discesa in politica.
Tante ombre si celano dietro i suoi successi, tanti sono i processi che lo vedono coinvolto, già alcune sentenze lo hanno incriminato.
Forse machiavellico, forse astuto, forse vanitoso e vizioso, di certo un "One man show", lui solo è al comando contro tutto e tutti.
Se da una parte siamo lì a criticarlo, cercando di demolirlo, dobbiamo almeno essere più intellettualmente onesti ad ammettere la sua genialità, seppure nel male della sua applicazione.
Da FI al PDL, ora di nuovo a FI, con due costole apparentemente distanti dalla sua persona, FdI e Ncd, progetti politici che si distinguono dal proprio operare perchè ormai vedono la necessità politica del paese in maniera differente.
Ma la realtà sembra quasi da romanzo giallo che la mente sia sempre quella di Berlusconi.
Mi spiego, dal PDL B. ritorna alle posizioni dure del '94 con FI, così da potere attaccare il governo facendosi la campagna elettorale d'impatto, mostrando così la propria ortodossia votata agli ideali liberali del centrodestra, con i suoi vecchi slogan, cavalli di battaglie vinte.
con la mossa della nuova FI tiene a se tutto quell'elettorato stanco di questo governo di larghe intese.
Ora spunta la nuova formazione politica il Nuovo Centro Destra guidato da Alfano, contenitore elettorale per tutti coloro che ritengono necessario questa linea moderata che guida il governo e che prende le distanze dalla persona Berlusconi e da tutti i coloro fanno parte di FI, (citazione di B. "non capite che stanno andando via i migliori"?).
Già durante l'ultima competizione elettorale era nata Fratelli d'Italia guidata dalla Meloni-La Russa & Crosetto, che si rifaceva a valori più marcatamente di destra.
Ora tutti felici e contenti a cantare sulle macerie del centrodestra, dell'esplosione di tutte le aree che animano quel lato politico.
Invece, sembra tutto un calcolo matematico delle parti politiche per potere contare su una forza integrativa di coalizione abbastanza solida che non scontenta nessuno sin dalla base dell'elettorato.
Ora a destra c'è chi può dire che non votano più per B. avendo altre due scelte di partito,...quindi l'elettorato di destra potrebbe riavere quella dignità al voto negata da berlusconi, ovviamente un'apparenza di dignità visto che l'opera illustre è stata probabilmente studuata a tavolino.
Il vecchio gioco delle Tre carte, mescolando cerca di trovare B. ma ovviamente qualsiasi carta si sceglie c'è sempre lui.
Riepilogando in valori numerici del sondaggio EMG per La7 (il trend delle altre agenzie è simile)

FI      19,6%
Ncd    5,8%
FdI      2,4%
Per un totale di 27,8% (escludendo altre liste di centro destra che andrebbero a coalizzarsi con il gigante B.)

Tirando le somme Berlusconi ha disgregato un unico soggetto per farne nascere altri due che servono allo scopo elettorale.

lunedì 25 novembre 2013

La vecchia scuola rossa

La Bandiera Rossa, l'Internazionale, la scuola comunista, sono tempi ormai lontani.
Ma il suo retaggio, la sua formazione così radicata in alcune coscienze è così forte da uscire alla luce in occasioni di rivalsa del vecchio sistema sul nuovo nascente.
Ed è così che oggi il PD rischia di pagare il prezzo di quelle reticenze post-comuniste dure a morire.
Alcuni di loro probabilmente avevano già fatto uno sforzo notevole nel passare dal vecchio PCI ai nuovi DS, per cercare di ringiovanire quelle posizioni più rigide per alcuni, più moderate per altri e comunque per stare al passo con i tempi politici.
Quindi il passaggio dai DS al PD per gli stessi forse è sembrato addirittura innaturale e forzato, ma quella era l'aria che tirava 7 anni fa e per continuare a stare sulla scena politica era un passo necessario.
La consapevolezza probabilmente era quella di continuare a operare all'interno del proprio schieramento con la mentalità della vecchia scuola.
Da ciò ne deriva un partito con alcune anime contrapposte da vecchi livori, il problema per alcuni oggi è che i vecchi democristiani stanno prendendo le redini del Pd, mentre è invece palese lo spirito costruttivo dei Ds moderati.
La dialettica all'interno di vecchie arie è completamente difforme alla necessità del momento, anche tra ex "compagni" non c'è più sintonia, perchè mentre qualcuno guarda avanti, qualcun altro gioca all'arrocco.
La paura della vecchia stagione è così evidente, che non riesce a tenere più i nervi e cade in volgari attacchi (tra l'altro neanche degni della propria persona).
Qualcuno ancora è fermo al primo simbolo
Così c'è una parte del partito che rievoca il vecchio lustro, dei bei tempi in cui si chiamavano "Compagni", cantavano insieme "Bandiera Rossa", il saluto col pugno, che riempivano le piazze, che affollavano i circoli, tempi in cui la Vecchia Scuola impartiva lezioni di politica e di comportamento politico, la stessa scuola che sapendo di  non potere governare il paese creava quella fitta rete di consenso tra i propri sostenitori, "La Base", che era sempre pronta ad occupare le piazze e non solo, al semplice comando dei propri leaders.
Lo scontro sociale di un tempo,sembra oggi rivivere all'interno del PD quei vecchi blocchi di posizioni, di dialettiche diverse, di ideologie diverse, con la sola eccezione forse non percepita, che oggi dovrebbe coesistere un nuovo modello di partito, quello democratico.
Non un modello federato di partiti, si è chiusa pure quella esperienza.
Un partito progressista che mira alle grandi riforme, sociale che mette al centro l'uomo, liberale che guarda il  mercato come quell'occasione per rendere il proprio paese una realtà produttiva di prim'ordine e che crea lavoro tramite le imprese.
Chi sta male all'interno del partito è la vecchia guardia post-comunista, coloro che soffrono per il disciolto PCI, sofferenti del tramonto DS e scontenti perchè in questo PD.
Non una sola parola rivolta al futuro, se non i soliti discorsi riciclati da qualche "comizio" tra compagni, quelli inneggianti all'importanza della struttura del partito, quelli dove si dava piena fiducia all'Apparato.
Oggi il nuovo sembra che abbia inizio dalla lotta alla Nomenclatura, la stessa che non riesce più ad affinare le armi della lotta di posizione all'interno del proprio partito e attacca con minacce quasi a richiamare i vecchi compagni alla lotta interna, metodi ormai obsoleti che hanno stancato la stessa sinistra.
Cari "compagni" con tutto il rispetto dovuto alla vostra tradizione, guardare il futuro con un progetto del tutto nuovo, accompagnato da una volontà di reale cambiamento dello status attuale richiede anche se con un pò di fatica l'allontanamento dai vecchi ricordi per un approccio che desti un minimo di interesse in più nella cultura politica che quella attuale ha distrutto con il proprio autoreferenzialismo.
Volete mantenere la vecchia scuola, e non avete capito che così si può solo perdere, non solo l'elezioni, ma il consenso della gente, la condivisione di un progetto tra la gente, renderla partecipe ad un partito aperto, che non guarda nè le tessere nè la provenienza.
Non siate ancora più del dovuto anacronistici, abbiate il coraggio di fare parte realmente del Partito Democratico, con tutti i suoi difetti, ma partecipate senza avere l'obiettivo di mantenere tutto come il vecchio.

giovedì 21 novembre 2013

La penna semplice di Castagnetti

Ho letto un articolo di Pierluigi Castagnetti, riguardava la Lega democratica, un primo intento di sdoganare le posizioni, quella della vecchia DC per portarla su posizioni più di sinistra.
Leggendolo mi sono reso conto come tanti nomi di personaggi illustri venivano elencati, da De Gasperi a Dossetti, da  Zaccagnini a Gorrieri, da Andreatta a Prodi e così via, a sciorinare nomi, nomi che hanno fatto la storia della nostra politica grazie al loro semplice contributo culturale ed intellettuale.
Uomini che vivevano di posizioni culturali prima che ideologiche, che vivevano di scambio di idee ancor prima che di trincee ideologiche.
 Allora guardandomi attorno, riflettendo sul chi oggi potesse interpretare al meglio la loro cultura mi sono sentito un pò distratto da quella sensazione di vuoto che ti prende quando sai che nessuno possa essere all'altezza.
Oggi Io spero che la battaglia del cambiamento che ho deciso di appoggiare possa un giorno essere almeno in piccola parte paragonata alla loro Grandezza.
Mi ritengo un ragazzo sveglio, libero e sognatore...e quindi ritengo di percepire che oggi nessuno sia all'altezza della loro fermezza morale e culturale, da uomo libero dico che il coraggio delle parole deve essere al momento giusto coadiuvato dalla fermezza delle proprie azioni senza calcolarne gli effetti (perchè impopolari), ...ma sogno comunque che quella vecchia Cultura Politica possa essere da esempio ai giorni nostri e concretizzarsi oggi con un vero cambiamento, così da rendere omaggio a tutti coloro che in altri tempi hanno cercato di sdoganare il vecchio sistema e farsi promotori concreti del progressismo politico, sia che siano stati politici, sia che essi siano stati elettori, per continuare a sperare che la politica possa essere davvero a servizio della propria società.
La penna di Castagnetti segue sempre un percorso semplice ma profondo, capace di suscitare forti emozioni.
Esempio di forte partecipazione politica e di spinta al Rinnovamento, non occupa più nessuno scranno parlamentare, ha dato l'esempio come la sua partecipazione alla nostra crescita politica passasse dalla coscienza della rinuncia ai luoghi di potere e continuare a contribuire con il suo libero Pensiero.
Allora grazie, perchè ancora oggi si può apprezzare quella vecchia e dotta concezione della dottrina politica che fu di un tempo, ma che ancora può aiutare a farci crescere, e darci speranza e coscienza delle nostre forze.

Pierluigi Castagnetti per Europa Quotidiano: Quei cattolici irregolari che inventarono il centrosinistra

mercoledì 20 novembre 2013

Anche i Buoni s'Incazzano

La politica non cambia, sembra non curarsi della propria gente, le indigenze sociali aumentano, e non si vede un briciolo di coraggio istituzionale per affrontare la crisi per curare la propria società.
Queste sono le condizioni socio-economiche che preludono a tristi eventi.
Un popolo, una nazione non si possono sempre tenere buoni con le continue buone promesse, stile scout.
In Italia il disaggio sociale ha dei numeri ben precisi, la povertà aumenta e con essa la disillusione che qualcosa possa cambiare...ne deriva un allontanamento dalla politica, perchè vista come un'elite che si autodifende.
Attenzione così finisce che qualcuno si fa male.
Che sia però questa volta un politico per dare un segnale forte e non accidentalmente un carabiniere come già tragicamente successo.( Ci vuole poco per capire ciò ed evitarlo)
Non capisco l'ottusagine della classe politica che si sofferma a parlare solo di leggine e di casi individuali che bloccano l'istituzione parlamentare nel suo lavoro.
Uccidendo la speranza del futuro si toglie ogni freno inibitorio alla violenza, capire di fare qualcosa di concreto forse è troppo per l'incarico che hanno al parlamento.
La crisi logora ogni brava e coscienziosa persona, è giusto chiedere come prima cosa oggi alla politica di smetterla di stuzzicare ancora con il dolce far nulla la sensibilità e la dignità che ogni cittadino possiede, pure loro possono incazzarsi...!

lunedì 18 novembre 2013

Il Gioco dei Circoli



Circoli o non circoli, questo è il vero dilemma dell'Apparato del PD che cerca in tutti i modi di arginare Matteo Renzi, ormai palesemente futuro segretario del partito, si cerca di tappare le ali precludendogli la percentuale assoluta, per ricordargli che all'interno dello stesso partito ci sono i VECCHI notabili da "rispettare".
E allora si organizza una pre-primaria all'interno dei circoli, con sistema osceno ed obsoleto, facendo votare prima i tesserati al circolo per nominare i segretari dei circoli provinciali e contestualmente votare per il candidato alla segreteria nazionale. (step 1)
Successivamente a distanza di una settimana si torna a votare per la preselezione dei candidati alla segreteria nazionale e per escludere dei quattro candidati l'ultimo posizionato,...quindi senza neanche aspettare lo spoglio tutti sanno che è Pittella (che ovviamente ha giocato al solito gioco del "mi faccio contare" x poi avanzare qualche pretesa). (step 2)
Quindi due giornate diverse per votare per la medesima cosa.Questo è il più logoro gioco di sistema per fare disincentivare le persone a prendere posizione...è il gioco post-comunista che cammina a braccetto con i volponi ex-Ppi per arginare i tesserati che voteranno RENZI.
Ma non hanno ben capito che la loro è partita già persa, ogni percentuale possa prendere Renzi è sempre più alta di quella che ha preso per le precedenti primari.
Ironizzando un pochino, RENZI avrebbe già vinto superando lo 0,9% visto che le scorse primarie secondo i tesserati non era neanche del PD (ma un corpo estraneo) tirate voi le conseguenze con le percentuali che si appresta a prendere!
Quindi basta asse anti-renzi, basta sproloquiare in TV vedi D'Alema che ancora utilizza minacce velate da vecchia "Internazionale comunista" ed ex popolari che logorano i fianchi tenendo in mano il "Rosario", basta cantare Bandiera Rossa e cercare di rimanere a galla....qua si CAMBIA VERSO!!!
Il verso lo deve cambiare il Pd e diventare veramente quel partito democratico aperto ed inclusivo di stampo americano che possa rappresentare le speranze non dei tesserati , ma di tuti coloro che vogliono veramente cambiare l'Italia.
Non parlare più di appartenenze politiche, ma di appartenere ad un progetto politico per il futuro.

Cambiate Testa prima di Cambiare Verso...il resto vi potrebbe anche piacere!!!

giovedì 14 novembre 2013

Piacersi

Nei rapporti interpersonali, ormai ci obblighiamo più frequentemente a farci piacere, così da snaturare anche la nostra stessa individualità, egoisticamente e vanitosamente anteponiamo l'Io al Noi.
Quanto invece è bello il PIACERSI, senza barriere senza conturbazioni mentali per prevalere sull'altro, invece il trionfo dell'insieme.
Piacersi è quel momento di pura socialità dove fare incontrare nel medesimo stato due individui, e tra di essi che scocca quella sintonia di intenti e di pensiero che sembra quasi dividersi tra le due persone in parti uguali.
Compartecipazione delle idee anche diverse dalle proprie trova il giusto equilibrio in qualsiasi rapporto umano che sintetizza il concetto della "condivisione".

martedì 12 novembre 2013

Uccidere il Nord-Dittatore

Annientare la dignità di un individuo è un'atrocità.
In Corea del Nord questo si ripete con tutta la popolazione che non segue la linea governativa, quella ereditiera, quella che continua a vessare la sua popolazione,quella che della malvagità ne ha fatto un modello di governo.
Corea del Nord al buio durante la notte fotografata da un satellite
Campi di rieducazione, esecuzioni in piazza,..."figli che denunciano i propri genitori per un pò di cibo, e li fanno condannare a morte senza scrupolo e senza pentimento".
Questo è il regime di Pyongyang e del suo dittatore Bambino Kim Jong-un che gioca con il potere.
Molti sono convinti che questo piccolo omuncolo e il suo stato siano ancora civili.
Il mondo non fa nulla, le  oorganizzazioni umanitarie sono convinte che bastano solo cure e un sorriso x dare un pò di dignità.
Invece, bisogna Uccidere il dittatore bambino, il resto verrà da sè....!
il dittatore Kim Jong-un 


mercoledì 6 novembre 2013

Il sogno Americano

E' proprio vero quando si identifica gli USA come la terra dei sogni?
Dove puoi realizzare tutti i tuoi progetti se ci credi e soprattutto se lavori sodo?
Una società fondata sulla multietnicità, sincretismo di culture, desiderio di farcela, e quel mix speciale di intraprendenza e speranza!
Famiglia De Blasio
Quello che non ti aspetti in Italia, pur essendo per tradizione patria dello scambio culturale e che dovrebbe essere una nazione variopinta con tutte le popolazioni e che si sono susseguite nelle varie dominazioni, siamo sempre ad ammirare l'integrazione degli altri e incapace di capire che dovrebbe per noi essere invece molto naturale.
Non è una favola ma i presupposti sono tutti quelli, con una sola differenza che spento i riflettori e risultati alla mano, alcuni sogni diventano semplicemente realtà.
Ed ecco De Blasio sul palco appena eletto sindaco di New York, con tutta la sua famiglia, scene da sit-com per noi italiani, lui unico bianco della famiglia, con la moglie, e i due figli Chiara e Dante, eh si! E' fiero di essere italiano.
L' Italo-americano De Blasio, definito populista democratico, perchè ha avuto il coraggio di parlare di cose semplici a volte banali entusiasmando la gente.
Ha avuto il coraggio di credere in quello che diceva e i newyorkesi gli hanno voluto dare fiducia!

http://www.corriere.it/esteri/13_novembre_06/exit-poll-de-blasio-eletto-sindaco-new-york-46ebc99a-4689-11e3-9b53-d1d90833aa3d.shtml

http://www.nytimes.com/2013/11/06/nyregion/de-blasio-is-elected-new-york-city-mayor.html

http://www.europaquotidiano.it/2013/11/06/il-turno-del-populista-democratico/

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-06/bill-de-blasio-re-dirigista-new-york-neo-sindaco-vince-il-71percento-voti-cosi-grande-mela-cambiera-pelle-071042.shtml?uuid=ABry9lb

martedì 5 novembre 2013

A Sinistra è ora di cambiare

Non riesco a capire come faccia la sinistra a diffidare così tanto di un giovane anche se di idee non convenzionali alla logica di apparato e accontentarsi di una sconfitta.
La storia della sinistra con la puzza sotto il naso,autoreferenziale e dei salotti radical-chic, rappresenta come il cambiamento è percepito come un corpo estraneo alla propria idea di Politica.
Ancora oggi si indugia se alcuni temi sono di destra o di sinistra, perdendo di vista l'attenzione alle tematiche concrete che comunque interessano tutta la collettività.
Pensare di affrontare i problemi nella loro totalità, spingendosi oltre le proprie roccaforti non è di sinistra e per esclusione quindi di destra?
Questo è il limite della sinistra, attenta a guardare solamente alla propria tradizione e che nel frattempo si è dimenticata che la società e il tempo sono andati avanti, le realtà socio-economiche si sono evolute in altre maniere e che non prevedono più un Rigidismo istituzionale dell'apparato.
Si richiede un'apertura che spinge a convergere sulla risoluzione di tematiche e interessi trasversali (es. l'impresa, tema tanto caro alla destra, e i lavoratori tema tanto caro alla sinistra, invece non si coglie l'importanza che le due categorie non possono prescindere l'una dall'altra).
Credo che sia ora di cambiare, ma questo deve avvenire nelle nostre teste, e ora di finirla con le vecchie categorie politico-mentali.
Votare per una sinistra aperta e inclusiva non deve essere un atto di coraggio, ma una conseguenza normalissima dell'evoluzione politica!

venerdì 1 novembre 2013

Il Cavallino

Forse non ci rendiamo conto di quanto siamo simili o comunque vicini al mondo animale.
E' vero Noi siamo quelli dotati di intelletto, della ragione,...siamo fortunati perchè  Dio ci donato la capacità del dialogo.
Forse è proprio questa la nostra disgrazia, porre davanti a tutto la ragione e un pensiero scaturito dal proprio intelletto che ci allontana da quella realtà fatta di sentimenti.
E allora, ci vuole un piccolo cavallino, agonizzante, con i suoi occhioni a farmi capire quanto la saggezza dell'uomo con la propria finta superiorità sul creato sia labile realmente dinanzi ai sentimenti.
Era disteso su un letto di paglia accudito, e voluto bene, ma vederlo in quello stato e senza potere fare nulla era disarmante, il sentirsi incapace di fare qualcosa ci riduce al nulla.
Pensi e ripensi, ma da quel momento triste tiri fuori solo una considerazione, per quanto ci consideriamo essere superiori, siamo il nulla di fronte la natura.
Avvicinato dalla madre gli odorava gli zoccoli, così come la madre cercava di farlo camminare invogliandolo a seguire il proprio galoppo, ma lui, il piccolino niente, non ce la faceva più a reggersi sulle zampe.
Senza dialogare, senza un verso, la madre infondeva nel piccolino tutto il coraggio e il suo affetto attraverso lo sguardo e profondi respiri che risuonavano sul campo.
Il cavallino alla fine non ce l'ha fatta, la madre è lì ora senza il suo piccolo.
Uno pensa, così è la natura, certo, ma trovo alquanto strano che la lezione sulla vita me la deve fare una coppia di cavalli.
La natura proprio perchè non è dotata di tutta la nostra scienza e coscienza vive forse al meglio la sfera affettiva e sentimentale. ( non so, ma sono libere considerazioni dettate da un profondo rispetto per essa)

venerdì 13 settembre 2013

Ciao Carmelina

Io non so come riescono a crearsi certi legami sentimentali, quelli tra Nonni e Nipoti, la spiegazione semplice che mi do e che sono stato veramente molto fortunato.
Sono stato amato da loro in una maniera incondizionata ed immensa.
Ora un altro pezzo è andato via, la malinconia c'è, l'avverto, ovvio che sia così.
Ma in fin dei conti sono sereno, perchè ho la Consapevolezza di essere stato un Buon Nipote.
Li ho amati, rispettati, fatti gioire e nel momento del loro bisogno li ho serviti con tutto il mio amore.
Abbiamo vissuto insieme con Amore, vi ho fatto godere i momenti della mia crescita, questo stare Insieme lo porterò sempre dentro di me.
se l'Amore è quel sentimento che ti porta a rispettare il proprio caro e che va avanti e aumenta con le generazioni, allora quello verso i Nonni di sicuro è il più Tenero.
Ho avuto l'Onore di essere amato dai miei Nonni.
Questa Amore così puro, Vero e Sincero lo si può provare esclusivamente se lo si ha avuto almeno un nonno/a.
A loro il compito Sacro del Viziarci.
Allora Ciao Cramelina, sei stata amorevole, premurosa e dolce (certo i tuoi difetti li avevi ma questo ormai è nuovamente un problema di Nonno Giovanni).
Mi immagino così la scena:  Nonno Giovanni rivolgendosi a Nonno Franz "Cumpari, Cumpari, sta arrivannu Cummari Carmelina, a mia Carmelina sta arrivannu"...con il sorriso ed in festa...e dopo un bacio e un lungo abbraccio Nonno Giovanni subito nuovamente a servire Nonna Carmela.
Il Cerchio della loro Vita Ricomincia e termina così...così era cominciato tanti anni fa quando mio nonno si innamorò della nonna, sempre a prendersi cura di lei in tutto e per tutto, ma questa volta è Veramente per Sempre.

Non dimenticherò mai che mi chiamavi: "Cosa puzzulenti" (che per te significava che ero biricchino, e che realmente ero il tuo nipote preferito,perchè mi avevi cresciuto)

Ciao Nonna Carmela

domenica 14 luglio 2013

U' Fistinu, tra il Sacro e il Profano

Ogni tradizione Religiosa si sposa inequivocabilmente con la consuetudine Profana, e così che si unisce quella fiumana di gente che accorsa per onorare il culto della "Santuzza", Santa Rosalia, e successivamente fare baldoria per le strade del centro di Palermo.
Santa Rosalia per i palermitani a Santuzza
Sono più di una le versioni che accreditano la Santuzza quale patrona di Palermo, ovviamente i palermitani non le conoscono.
Ma la versione verosimile e comunque accreditata è quella che attribuisce alla Santuzza l'intercessione con il quale ha liberato Palermo dalla Peste,...si dice che la Rosalia stessa apparve ad un tizio che voleva gettarsi  da Montepellegrino, per farla finita dopo la prematura morte della propria sposa per causa della peste, e che Santa Rosalia gli disse di recarsi dal vescovo per esortarlo ad una processione lungo le strade di Palermo e che venivano riconosciute le ossa trovate nella grotta (dove oggi sorge il santuario) proprio come le ossa appartenenti alla Santuzza e che in proposito non ci sarebbe stato più nessun dubbio.
Da allora Palermo è in festa ricordando l'evento e rievocandolo grazie a "U' Fistinu", festa tra il sacro e il profano che riunisce l'antica tradizione, leggenda e credenza tra la Santuzza e i Palermitani.

martedì 25 giugno 2013

Granita e commare Brioche

E' arrivato il momento per Noi siciliani di cambiare le abitudini negli spuntini.
Siamo in estate, è cambiata un'altra stagione e con essa subentra quel desiderio leccornioso di passare dal salato al dolce.
Certo, abbiamo un palato per ogni stagione.
Granita caffè e panna con brioche
A quel sapore salato che passa dai calzoni al forno (per i più attenti alla linea, esattamente per i malati),il vero calzone è quello fritto, alle pizzette, alle mattonelle, crostini e spiedini che prediligiamo nei mesi autunnali-invernali ma anche primaverili, li abbandoniamo per i gusti più freschi.
Ed è così che facciamo posto a quell'indiscusso sapore di estate con la "Granita", che sia di limone, che sia di gelsi, mandorle, caffè e panna, una sola cosa è la costante che accompagna questo bicchiere di pura freschezza, la brioche!
Eh si!...la brioche è la commare naturale della granita,ed entrambe contrbuiscono a farci sentire in Estate!
Loro curtigghiano al nostro palato.
Noi delle'estate vediamo la bellezza del sole e del mare, sentiamo il soffocamento del caldo, ma grazie a loro percepiamo la freschezza di una stagione!

domenica 23 giugno 2013

Il mercato non ha una Coscienza


L'Economia che assoggetta le politiche degli Stati

Assistiamo ad una crisi profonda economica che coinvolge i mercati, gli stati, ma soprattutto le collettività.
Si paga oggi un’irrazionale corsa al capitalismo sfrenato, che non guarda a regole, che le supera senza timore di creare nuove povertà,un continuo inseguire della ricchezza per altra ricchezza, un mercato avido di se stesso.
La regola sembra quella della ricchezza a tutti i costi, dell’autoconservazione di se stessa.
Il mercato sembra avere una propria vita,non segue una coscienza legata ai bisogni della cittadinanza, convive con i governi, una determinata scelta politica ne scaturisce una risposta dai mercati, è assodato che Stato e Mercato finanziario hanno un feeling stretto e costante.
Vada bene che a una buona politica può corrispondere una buona economia, ciò significherebbe, agevolare e fare l’interesse della collettività, guardandola come prima fruitrice delle proprie scelte in campo politico-economico.
Il problema, oggi, è che questa attenzione non c’è, anzi è il mercato che guida e influenza le scelte politiche, ovviamente a scapito della moltitudine dei cittadini del mondo.
Noi non eleggiamo i nostri rappresentanti politici, bensì coloro che saranno i primi logori servitori di un sistema prettamente incentrato alla salvaguardia delle politiche-economiche internazionali.
E’ altresì drammatico come un governo si vuole quasi giustificare nelle proprie scelte, dicendo di operare oggi in un determinato modo per proiettare i benefici a lungo termine, questa è una giustificazione che non possiamo più accettare, perché nel medio/lungo termine, c’è la povertà che avanza e con essa la disperazione.
Eppure,stretta di mano dopo un’altra tra i potenti del mondo sembrano che gli unici a festeggiare sono solo i grossi capitali/capitalisti, sembra quasi che le regole fredde e crude del mercato le debbano solamente pagare chi già in difficoltà.
La crisi è a cascata, gli stati non garantiscono leggi a salvaguardare le imprese, soprattutto le piccole-medie imprese, di conseguenza le stesse fanno fatica a reggere il passo del mercato attuale e tutto questo si riversa sui lavoratori, molti alle volte laureati che svolgono mansioni umili e che non seguono il loro percorso formativo, in altri casi operai altamente specializzati messi in cassa integrazione per le imprese che chiudono.
Allora mi chiedo come un Economia senza scrupoli ed una classe dirigente politica senza coscienza possa ancora perpetrare un liberismo soffocante.
Da questo sistema infetto e malato ne pagano le conseguenze le collettività, non lo stato o l’economia.
Tutto volto alla tutela del Totem  economico liberale sfrenato, senza concorrenza alcuna che possa mitigare scelte errate, il mercato vigila sul mercato stesso.
Servirebbe invece un’economia che viene regolata dalle regole imposte dallo stato, e non viceversa.

Purtroppo questa sensibilità non la possiamo richiedere alla nostra politica che corrotta nel modo di farsi opprimere dalle richieste del mercato finanziario europeo e globale, è incapace di sviluppare provvedimenti utili alla salvaguardia del proprio mercato interno.
Che sia chiaro, il sistema liberale non va demonizzato,è la sua deviazione e degenerazione il risultato devastante della criticità attuale.
Vi è una sorte di mancato coraggio dei governi ad essere più autonomi nel campo decisionale-economico, che consenta alle  realtà lavorative in seno al proprio territorio di ricevere un po’ di respiro.
Quando si accusa l’economia di essere prepotente ed esigente, è perché non si ha più la cognizione che un sistema sociale si basa su una compresenza e complementarietà di diverse realtà che operano indistintamente seguendo delle regole, e che se più equilibrate per tutti aprono le porte ad un mercato più equo e concorrenziale.
Una Coscienza significherebbe avere uno sguardo proiettato al futuro, misure urgenti significherebbe aiutare adesso l’economia interna, facendo adeguare il passo dell’economia globale.



giovedì 23 maggio 2013

La Generazione della Legalità

A 12 anni non sapevo cosa fosse la mafia nonostante l'educazione alla legalità ricevuta dai miei genitori.
Capivo che non era una cosa giusta ma non riuscivo a dargli una dimensione reale e fisica!
Un giorno vedo i miei genitori correre davanti la Tv, al telegiornale, li seguo e vedo quelle immagini crude, guardo i volti dei miei genitori, occhi lucidi e una continua cantilena "no,..no,..no, Signore no", in quel preciso istante materializzai la mafia.
Era il 23 maggio del 1992.
Allora, iniziai a chiedere di più, perché lo avevano fatto, il perché che ha tante spiegazioni, proprio tante.
Avvertii la tristezza dei miei familiari, dei loro amici nei vari commenti che si susseguivano in quel periodo, capii che quel magistrato la lottava, la combatteva ogni giorno della sua vita la mafia, e con lui gli agenti della scorta, erano in prima linea.
Quegli stessi polizziotti formavano probabilmente una vera famiglia della lotta alla mafia con il giudice Falcone e sua moglie Francesca Morvillo.
Ero triste anche io, perché avevo capito che combattere significa anche morire, anche se ti trovi dalla parte del bene e dei giusti.
Purtroppo, un giorno mentre in campagna giocavo con i miei cugini vidi nuovamente gli adulti correre davanti alla Tv gridando di nuovo quella stessa cantilena che mi era rimasta impressa nella mente "no,...no,...no.....".
Al telegiornale di nuovo immagini di guerra.
Era morto Paolo Borsellino era il 19 luglio del 1992 c.a. Due mesi dopo il suo fraterno amico Giovanni, e con lui anche la sua scorta.
Questa volta gli adulti piangevano, in quell'occasione invece compresi meglio la crudeltà della mafia.
La tristezza ha accompagnato un popolo, quello siciliano per un'intera estate, il popolo per bene, quello della legalità.
Da lì, da quei Magistrati, da quegli agenti di scorta, da quei due attentati, Noi Siciliani ci siamo convinti che dovevamo essere più forti della mafia.
Abbiamo iniziato a rispolverare la nostra memoria, ricordando tutti quelli che hanno perso la vita prima di loro, combattendo come loro.
La nostra terra improvvisamente capii che era impregnata di memoria, di sudore e di tante vittime.
La nostra memoria cammina con le gambe di Falcone e Borsellino, guardando indietro, in ricordo dei tanti che hanno dato la loro vita: Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Placido Rizzotto, Rocco Chinnici, Nando Dalla Chiesa,Peppino Impastato,Ninni Cassarà,Boris Giuliano,Gaetano Costa,Giuseppe Fava, don Pino Puglisi,Antonio Montinaro, Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano, Rocco Dicillo,Vito Schifani, e tanti altri ancora, perché  tanti sono i nostri eroi.
E andando Avanti guardando al futuro, con quella speranza e il vigore che i loro esempi e le loro battaglie possano continuare invece a camminare sulle nostre gambe.
Perché Noi Siciliani sappiamo camminare a testa alta e con molta dignità.
È molto bello vedere a distanza di parecchi anni le nuove generazioni, coloro che non erano neanche nati allora, sfilare in fiaccolata per ricordare il loro Impegno, la memoria va avanti perché questa è l'unica strada che Noi conosciamo, attraverso la Memoria i loro ideali, i loro esempi vivono nel nostro Presente.



martedì 30 aprile 2013

Quella larga intesa chiamata "Costituente"



La politica ci viene prospettata come qualcosa di indelebilmente macchiata,sporca come se non potesse essere più ristabilito quel valore con la quale invece Noi dovremmo considerarla.
Ma questo perché probabilmente vi è una carenza di fondo dovuta  a coloro che ne fanno funzione nelle istituzioni, forse perché non all’altezza professionale o culturale, forse e quasi certamente perché il linguaggio che ruota intorno ad essa è sempre più decadente, non si danno più peso alle parole, o forse non si danno più un vero e forte significato ad esse.
Concetti politici vengono espressi senza memoria storica.
La larga intesa politica, volgarmente definita ”Inciucio”, tanto demonizzato dalla sinistra così cara alla sua più lontana tradizione, e ancorata alle sue radici che non è in grado di vedere come evolve la società e di conseguenza la Politica, che non ricorda quel Lontano Inciucio che l’ha vista da protagonista.
Era finita la Seconda guerra Mondiale, e i Cittadini furono chiamati ad eleggere contestualmente alla forma di stato tra Monarchia e Repubblica anche l’Assemblea Costituente.
Il 2 giugno del 1946 l’Italia si sveglia  Repubblicana, alla Costituente l’arduo compito di redigere, la Costituzione della Repubblica Italiana.
Per fare ciò i partiti dello scenario politico (Democrazia Cristiana, Paritito Socialista Italiano di Unità Proletaria, Partito Comunista Italiano, Partito Repubblicano, Partito Liberale) dovettero condividere il lavoro per la realizzazione della Costituzione.
Vennero istituite tre commissioni guidate ciascuna dai tre maggiori partiti, ossia, DC, PSIUP,PCI .
Con una tensione sociale alta , dettata dalle macerie di una guerra, con un’economia da ricostruire, quei politici, per senso di “Responsabilità” trovarono un giusto accordo-compromesso per un lavoro che andava oltre le propri ambizioni.
Ma allora prima di essere politici probabilmente c’erano veri Uomini, quell’Assemblea era intrisa da una Cultura che permeava le menti e gli intenti di quei giovani e meno giovani politici che sapevano che dopo avere partecipato chi intellettualmente, chi con le armi alla Resistenza e alla liberazione Italiana, dovevano Necessariamente trovarsi davanti ad un Principio Unificatore che doveva restituire la dignità ad un Popolo.
Così uomini come De Gasperi, De Nicola, Togliatti, Leone, Nitti, Gronchi, Moro, Iotti,  Nenni, La Malfa, Pertini, Einaudi, De Michelis, Saragat e molti altri, trovarono una comunione d’intenti nel periodo più buio e povero dello Stato appena nato.
Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, firma la Costituzione italiana. 22 dicembre 1947
Quel dialogo seguito dagli scontri ideologici, posizioni dure, da discussioni animate, ha portato alla nascita della Costituzione della Repubblica Italiana.
Alla fine quelle condivisoni di idee erano lo specchio di un ampio scenario della società rappresentato da quelle forze politiche neo-elette, e mi dispiace constatare che oggi chi parla di Inciucio sono proprio quei partiti che hanno le radici in quelli che furono della Costituente.
Allora oggi per la pochezza dei nostri politici non si riesce a fare passare il messaggio principale che da una crisi si esce tutti insieme mettendo a servizio del Paese le proprie idee, e per Responsabilità (parola oggi tanto infrazionata) accettare la realtà precaria che spinge oggi il nostro governo a costituirsi con questo assetto politico.
Così come ha ammonito il Presidente Napolitano nel discorso del suo secondo mandato:   “…di norma operano in Europa governi formati o almeno sostenuti da più partiti, tra loro affini o abitualmente distanti e perfino aspramente concorrenti …... Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione…”
La memoria corta della nostra storia repubblicana, da parte di politici o cittadini ci porta a questo clima di degenerazione lessicale che riduce una necessità politica per fronteggiare uno stallo politico,istituzionale e sociale in una sola parola Inciucio.




lunedì 29 aprile 2013

Noi Homer



Noi trentenni eterni bambinoni davanti a Homer.

Da quando nel 1991 in Italia è stata mandata in onda la prima puntata della famiglia più conosciuta degli States, ancora appena è possibile stiamo lì a guardarli, ma soprattutto continuando a ridere.

È una parodia della società e dello stile di vita statunitensi, personificati dalla famiglia protagonista, ma che per il loro vissuto ci identifichiamo talvolta anche Noi.

E allora, chi di Noi non si è mai sentito Homer? Ma non per mere somiglianze fisiche, ma per il modus vivendi o operandi.

Siamo stanchi? Non vogliamo alzarci dal divano per prendere il telecomando dal tavolino? Ed è qui che scatta la somiglianza a quella pigrizia che ha reso Homer uno stile di vita ben riconoscibile ed etichettato.

Quanti di noi nei momenti di una piena chiacchierata noisa non ha mai pensato alla scimmietta nella testa del nostro eroe, magari accennando un sorriso ma che non possiamo spiegare al nostro interlocutore, quantomeno per non offenderlo.

Gli esempi sono migliaia e forse milioni visto che è da 22anni che è in onda.

E’ una filosofia di vita che ci aiuta a sorridere delle burle di un maldestro uomo medio che ci distrae dalle nostre ansie quotidiane.

E’ seguito da tutti, uomini, donne, adulti e adolescenti e forse i bimbi iniziano a seguirlo.

Però è anche vero che noi maschietti abbiamo un’intrinseca conoscenza e condivisione del tema “Homer”, che riusciamo ad attirarci l’ilarità delle nostre compagne o mogli, ci fissano ed esclamano:”ma quanto siete stupidi?”, poco ci importa perché in quella piccola offesa, proprio in quel momento pensiamo di essere noi “Homer”.

La birra fresca seguita da una nostra bramosità nel desiderarla, la classica lite per l’ultimo boccone, la TV.

Ogni singolo gesto nella vita reale è riconducibile a quello virtuale della famiglia Simpson o meglio ad Homer.

Continuiamo a ridere e a divertirci con poco, ma che ci ha comunque accompagnato nella crescita, argomento che accomuna tutta un’intera generazione.

Si ci ha accompagnato, mi piacerebbe potere scrivere che ha segnato il passaggio dalla nostra adolescenza alla nostra maturità, ma invece è proprio quell’anello di congiunzione che tiene ancora legate quelle due fasi della nostra crescita e che ci rende ancora oggi i classici PeterPan.

E concludendo una piccola riflessione (perché il tema è di notevole lunhezza), non mi resta che citare la più celebre esclamazione di soddisfazione che identifica le nostre risate spensierate ad Homer:…”MITICO”

(mi riservo di riscrivere sull’argomento, e quindi alla prox)