Noi trentenni eterni bambinoni davanti a Homer.
Da quando nel 1991 in Italia è stata mandata in onda la
prima puntata della famiglia più conosciuta degli States, ancora appena è
possibile stiamo lì a guardarli, ma soprattutto continuando a ridere.
È una parodia della società e dello stile di vita
statunitensi, personificati dalla famiglia protagonista, ma che per il loro
vissuto ci identifichiamo talvolta anche Noi.
E allora, chi di Noi non si è mai sentito Homer? Ma non per
mere somiglianze fisiche, ma per il modus vivendi o operandi.
Siamo stanchi? Non vogliamo alzarci dal divano per prendere
il telecomando dal tavolino? Ed è qui che scatta la somiglianza a quella
pigrizia che ha reso Homer uno stile di vita ben riconoscibile ed etichettato.
Quanti di noi nei momenti di una piena chiacchierata noisa
non ha mai pensato alla scimmietta nella testa del nostro eroe, magari
accennando un sorriso ma che non possiamo spiegare al nostro interlocutore,
quantomeno per non offenderlo.
Gli esempi sono migliaia e forse milioni visto che è da
22anni che è in onda.
E’ una filosofia di vita che ci aiuta a sorridere delle
burle di un maldestro uomo medio che ci distrae dalle nostre ansie quotidiane.
E’ seguito da tutti, uomini, donne, adulti e adolescenti e
forse i bimbi iniziano a seguirlo.
Però è anche vero che noi maschietti abbiamo un’intrinseca
conoscenza e condivisione del tema “Homer”, che riusciamo ad attirarci l’ilarità
delle nostre compagne o mogli, ci fissano ed esclamano:”ma quanto siete
stupidi?”, poco ci importa perché in quella piccola offesa, proprio in quel
momento pensiamo di essere noi “Homer”.
La birra fresca seguita da una nostra bramosità nel
desiderarla, la classica lite per l’ultimo boccone, la TV.
Ogni singolo gesto nella vita reale è riconducibile a quello
virtuale della famiglia Simpson o meglio ad Homer.
Continuiamo a ridere e a divertirci con poco, ma che ci ha
comunque accompagnato nella crescita, argomento che accomuna tutta un’intera
generazione.
Si ci ha accompagnato, mi piacerebbe potere scrivere che ha
segnato il passaggio dalla nostra adolescenza alla nostra maturità, ma invece è
proprio quell’anello di congiunzione che tiene ancora legate quelle due fasi
della nostra crescita e che ci rende ancora oggi i classici PeterPan.
E concludendo una piccola riflessione (perché il tema è di
notevole lunhezza), non mi resta che citare la più celebre esclamazione di
soddisfazione che identifica le nostre risate spensierate ad Homer:…”MITICO”
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