La Bandiera Rossa, l'Internazionale, la scuola comunista, sono tempi ormai lontani.
Ma il suo retaggio, la sua formazione così radicata in alcune coscienze è così forte da uscire alla luce in occasioni di rivalsa del vecchio sistema sul nuovo nascente.
Ed è così che oggi il PD rischia di pagare il prezzo di quelle reticenze post-comuniste dure a morire.
Alcuni di loro probabilmente avevano già fatto uno sforzo notevole nel passare dal vecchio PCI ai nuovi DS, per cercare di ringiovanire quelle posizioni più rigide per alcuni, più moderate per altri e comunque per stare al passo con i tempi politici.
Quindi il passaggio dai DS al PD per gli stessi forse è sembrato addirittura innaturale e forzato, ma quella era l'aria che tirava 7 anni fa e per continuare a stare sulla scena politica era un passo necessario.
La consapevolezza probabilmente era quella di continuare a operare all'interno del proprio schieramento con la mentalità della vecchia scuola.
Da ciò ne deriva un partito con alcune anime contrapposte da vecchi livori, il problema per alcuni oggi è che i vecchi democristiani stanno prendendo le redini del Pd, mentre è invece palese lo spirito costruttivo dei Ds moderati.
La dialettica all'interno di vecchie arie è completamente difforme alla necessità del momento, anche tra ex "compagni" non c'è più sintonia, perchè mentre qualcuno guarda avanti,
qualcun altro gioca all'arrocco.
La paura della vecchia stagione è così evidente, che non riesce a tenere più i nervi e cade in volgari attacchi (tra l'altro neanche degni della propria persona).
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Qualcuno ancora è fermo al primo simbolo |
Così c'è una parte del partito che rievoca il vecchio lustro, dei bei tempi in cui si chiamavano "Compagni", cantavano insieme "Bandiera Rossa", il saluto col pugno, che riempivano le piazze, che affollavano i circoli, tempi in cui la Vecchia Scuola impartiva lezioni di politica e di comportamento politico, la stessa scuola che sapendo di non potere governare il paese creava quella fitta rete di consenso tra i propri sostenitori, "La Base", che era sempre pronta ad occupare le piazze e non solo, al semplice comando dei propri leaders.
Lo scontro sociale di un tempo,sembra oggi rivivere all'interno del PD quei vecchi blocchi di posizioni, di dialettiche diverse, di ideologie diverse, con la sola eccezione forse non percepita, che oggi dovrebbe coesistere un nuovo modello di partito, quello democratico.
Non un modello federato di partiti, si è chiusa pure quella esperienza.
Un partito progressista che mira alle grandi riforme, sociale che mette al centro l'uomo, liberale che guarda il mercato come quell'occasione per rendere il proprio paese una realtà produttiva di prim'ordine e che crea lavoro tramite le imprese.
Chi sta male all'interno del partito è la vecchia guardia post-comunista, coloro che soffrono per il disciolto PCI, sofferenti del tramonto DS e scontenti perchè in questo PD.
Non una sola parola rivolta al futuro, se non i soliti discorsi riciclati da qualche "comizio" tra compagni, quelli inneggianti all'importanza della struttura del partito, quelli dove si dava piena fiducia all'Apparato.
Oggi il nuovo sembra che abbia inizio dalla lotta alla Nomenclatura, la stessa che non riesce più ad affinare le armi della lotta di posizione all'interno del proprio partito e attacca con minacce quasi a richiamare i vecchi compagni alla lotta interna, metodi ormai obsoleti che hanno stancato la stessa sinistra.
Cari "compagni" con tutto il rispetto dovuto alla vostra tradizione, guardare il futuro con un progetto del tutto nuovo, accompagnato da una volontà di reale cambiamento dello status attuale richiede anche se con un pò di fatica l'allontanamento dai vecchi ricordi per un approccio che desti un minimo di interesse in più nella cultura politica che quella attuale ha distrutto con il proprio
autoreferenzialismo.
Volete mantenere la vecchia scuola, e non avete capito che così si può solo perdere, non solo l'elezioni, ma il consenso della gente, la condivisione di un progetto tra la gente, renderla partecipe ad un partito aperto, che non guarda nè le tessere nè la provenienza.
Non siate ancora più del dovuto anacronistici, abbiate il coraggio di fare parte realmente del Partito Democratico, con tutti i suoi difetti, ma partecipate senza avere l'obiettivo di mantenere tutto come il vecchio.