Le ragioni del mio SI al referendum.
Rispettando tutte le opinioni altrui.

Siamo figli della migliore e nel frattempo peggiore politica
dei nostri padri.
La mia generazione paga il prezzo di una politica impostata
in maniera autoreferenziale che cura solo i propri interessi.
Non è la riforma migliore che possa esistere, ma è una
grande prima occasione per cambiare le regole della politica. Infatti in
quest’ottica vedo la vecchia classe politica e non solo a giocare ai paladini
della Costituzione, siamo fermi ad una gattopardiana politica.
Mio Padre è convinto che la sua generazione ha rubato le
nostre gioie e questo mi basta per capire che questo referendum ha un suo
motivo di esistere. Se un vecchio e osservatore della politica quale mio padre
si prende le proprie responsabilità (non personali quanto generazionali) allora ritengo che qualcosa
bisogna cambiarla.
Io ho deciso di cominciare da qui, studiando successivamente
quindi la riforma sentendo le ragioni del fronte del SI è quelle del NO.
Preferisco rischiare anziché il “era meglio che”.
Scelgo il SI per “provare” a cambiare tutto il “comprovato deludente”
della politica che già conosco.
In generale provare a cambiare le cose è quello stimolo che
mi fa accettare sfide con la speranza della giusta battaglia.
Perché in fin dei conti è tutto qui, tenersi tutto quello che
abbiamo già così come è?
Oppure essere per una volta propositivi, cercando di non
avere paura del cambiamento, sperando di potere dare un inizio ad una costante
evoluzione ad una stagione di grande riforme.
Non viverla come arrivo, ma base per ancora più grandi
Riforme, questo è il senso di quanto sia viva la nostra Costituzione e il
nostro diritto, una continua evoluzione.
Non entusiasma questa riforma?
Lo capisco, ma è altresì vero che da questo primo inizio
tutto potrà essere migliorato, da trent’anni si parla di riforme ma nessuno ha
avuto il coraggio di andare avanti, ora Ci siamo.
Sono certo che con la vittoria del vecchio sistema sfuggirà
quell’ occasione immediata di evoluzione politica, che comunque auspicavano gli
stessi “Costituenti”.
Paradossalmente questa riforma è nelle nostre mani, non in
chi sostiene il SI o il NO, quanto nelle mani degli “indecisi”, che all’ ultimo
avranno il compito di schierarsi scegliendo.
Il dubbio dell’indecisione attanaglia coloro che nelle loro
coscienze sanno di avere attraverso il voto referendario una grande
responsabilità.
E allora,
“Buon voto a
tutti”
#IoVotoSI il 4 dicembre
Giovanni
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